Esibirsi in nero: rischi per i percettori di NASPI
(o altro tipo di ammortizzatore sociale)
Come spiegato in altro articolo, i percettori di NASPI possono comunque iscriversi in Cooperativa per regolarizzare le proprie prestazioni artistiche. Basterà fare le dichiarazioni corrette all’INPS.
Tuttavia capita spesso che l’artista, particolarmente timoroso di perdere o non accedere a tale supporto economico, decida di recedere dalla cooperativa o, nel caso non sia iscritto, di non procedere all’adesione.
Questo però nella maggior parte dei casi non corrisponde all’interruzione dell’attività artistica che invece prosegue come lavoro sommerso.
Questo è uno dei pochi casi in cui, in caso di controlli, rischia anche l’artista.
Quali sono i rischi per l’artista che percepisce NASPI
(o altro tipo di ammortizzatore sociale) e lavora in nero
Al momento della compilazione per la domanda di NASPI (o altro tipo di ammortizzatore sociale) viene richiesto di dichiarare in forma autocertificata se si svolge attività lavorativa.
Nel caso venga rilevato un lavoratore percettore di NASPI (o di altro tipo di ammortizzatore sociale come ad esempio Reddito di cittadinanza) lavorare in nero, questi vedrà l’immediata interruzione dell’erogazione dell’indennità, ma non solo.
Ci sono conseguenze ben più gravi che vanno dalla sanzione fino alla denuncia penale.
Nello specifico i rischi sono:
– reato di “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico” ex art. 483 c.p. con il rischio di reclusione fino a 2 anni.
– indebita percezioni di erogazioni a danno dello Stato prevista dall’art. 316 ter c.p. con rischio di reclusione da 6 mesi a 3 anni.
– richiesta di risarcimento di quanto percepito fino a quel momento e dei danni.
Ricordiamo che l’iscrizione in Esibirsi non va in conflitto con la percezione della NASPI e che quindi è meglio sempre lavorare in regola.